Con D.L. 1 del 07/01/2022 è stato previsto, tra le altre cose, che, a far data dal 01/02/2022, anche per accedere presso le sedi dell’INL ci si deve munire di green pass. E se questo si chiede all’Utenza, va da sé che analoga richiesta viene implicitamente rivolta anche all’Amministrazione, affinché possa adeguatamente prepararsi a ricevere l’Utenza dotata di green pass. Questo significa, dun- que, che all’Amministrazione sono state concesse oltre 3 settimane per fare in modo di predisporre tutto il necessario per tale incombenza. Ed invece quest’ultima si sveglia, come di soprassalto, il giorno prima l’entrata in vigore della disposizione, ossia il 31 Gennaio, chiedendo in tutta fretta ai responsabili di P.O., ossia agli stessi che ci si è rifiutaR anche di indennizzare adeguatamente per tale responsabilità, di individuare, a strettissimo giro, il personale interno da adibire a questo controllo all’ingresso dell’Ufficio.

Vanno evidenziate, però, alcune particolarità su cui soffermarsi a riflettere.

Innanzitutto, in termini generali, è abbastanza improbabile che una cosa rabberciata e fatta di corsa possa uscir fuori per il verso giusto. Del resto, se la prospettiva è oggi per domani, e se questo è il massimo della capacità organizzativa che si possa ottenere, sarà alquanto difficile che possa venirne fuori qualcosa di buono.

Ci si preoccupa, a tal fine, di reperire il personale interno, sperando, forse, di trovare qualcuno alla ricerca di un modo per passare il tempo, senza capire, invece, che il personale, con il trascorre di anni senza alcun ricambio generazionale, si assottiglia sempre di più, mentre il lavoro viene, gioco forza, continuamente ripartito fra un numero sempre più esiguo di persone, costrette a lavorare sempre più in affanno, alla rincorsa di scadenze che si susseguono una dopo l’altra, quasi senza soluzione di continuità. Ed ora, come se niente fosse, si estrae il coniglio dal cilindro, e si viene a chiedere, allo stesso personale così ridotto, di mettersi anche alla porta d’ingresso degli Uffici a regolare il traffico dell’utenza in entrata ed uscita, senza preoccuparsi minimamente di individuare chi si dovrebbe, nel frattempo, occupare dei servizi e delle incombenze che, in tal modo, verrebbero necessariamente trascurate, a danno, in ultima analisi, di quella stessa utenza che si dovrebbe far entrare.

Ma non basta perché tra le pieghe delle comunicazioni che viaggiano su questi binari, si possono cogliere aspetti inconfessabili, che non si possono neanche scrivere, per cui vengono riferiti soltanto a voce. Per questo servizio richiesto, infatti, non viene fornita nemmeno la strumentazione necessaria da parte dell’Ufficio, chiedendo, invece, al personale interpellato di far uso dei propri cellulari per scaricare un’applicazione che possa consentire di leggere i green pass in circolazione

Poco importa, poi, se il personale non abbia nella propria personale dotazione un cellulare in grado di poter scaricare e gestire detta applicazione, visto, comunque, che nel nome ormai, fin troppo abusato, della collaborazione, ciascun dipendente pubblico, qualora se ne trovasse sfornito, dovrebbe anche andare di corsa ad acquistare l’ultimo modello di cellulare per espletare un servizio che l’Amministrazione si limita a chiedere, senza fornire alcunché.

Ecco che, allora, sembra proprio di assistere alle nozze fatte con i fichi secchi, per usare un vecchio eufemismo che possa esprimere efficacemente il livello di approssimazione ormai raggiunto dall’Amministrazione. Altro che benessere organizzativo, di cui qualcuno si riempie soltanto la bocca.

Aggiungendo, in qualche caso, che la disponibilità richiesta viene anche subdolamente messa sotto ricatto. Questo accade allorché si comunica al personale, neppure troppo implicitamente, che della disponibilità richiesta si terrà conto, in positivo o in negativo, in sede di valutazione della performance. Si tratta, a ben vedere, di quello strumento che ultimamente ha preso le sembianze di un prodotto ingegneristico, già di per sé, di difficile approccio. Ma, almeno di una cosa si era ragionevolmente sicuri, ossia che doveva servire a valutare la prestazione di lavoro svolta dal personale, e non anche a misurare il grado di asservimento agli ammennicoli vari che saltano in mente a qualche Dirigente, o pseudo tale, dalle dubbie capacità organizzative.

E se di nozze con i fichi secchi si tratta, quest’ultimo, allora, è proprio il giusto regalo di nozze, fatto ai lavoratori, con i soldi degli stessi lavoratori, per ottenere qualcosa in più da fare e, per di più, a spese proprie.

Quando si dice che al peggio non c’è mai fine, forse, a ben vedere, non si va troppo lontano dal vero …

IL COORDINATORE GENERALE

Angelo Piccoli