Conversione del D.L. Rilancio Apportate rilevanti modifiche al lavoro agile nelle P.A.
Si riporta, di seguito, il notiziario FLP n. 29
IL COORDINATORE GENERALE
Angelo Piccoli
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La Commissione Bilancio della Camera in sede referente, nel corso dell’esame della legge di
conversione del DL Rilancio, ha apportato rilevanti modifiche alla normativa relativa al lavoro agile
nelle Pubbliche Amministrazioni, approvando un emendamento, prima firmataria Vittoria Baldino,
che fissa un nuovo quadro di riferimento.
Le nuove misure possono esse così sintetizzate:
▪ viene confermato il lavoro agile emergenziale fino al 31 dicembre 2020 e viene fissata una
percentuale pari al 50 per cento di personale che le Amministrazioni dovranno mantenere in
lavoro agile nelle attività individuate come effettuabili con tale modalità;
▪ alla data del 15 settembre 2020 cessa di avere efficacia il comma 1 lettera a) del DL 18/2020,
che come è noto, prevede che le Amministrazioni adottino il lavoro agile come modalità
ordinaria di svolgimento della prestazione e limitano la presenza negli uffici al solo personale
impegnato nelle attività indifferibili da svolgere di presenza. Dal combinato disposto delle due
norme si deduce che fino a tale data (15 settembre 2020) resta l’obbligo dell’individuazione delle
attività indifferibili di presenza e quindi è escluso un rientro generalizzato e non motivato;
▪ l’emendamento prevede anche una norma a regime. Entro il 31 gennaio di ogni anno le
Amministrazioni debbono dotarsi di un Piano Operativo per il Lavoro Agile (POLA);
▪ tale Piano deve permettere che almeno il 60 per cento del personale che svolge attività
rientranti in tale modalità lavorativa possano avvalersi dell’istituto, garantendo che gli stessi non
subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di
carriera;
▪ in mancanza dell’adozione del Piano almeno il 30 per cento del personale potrà avvalersi
comunque dell’istituto del lavoro agile;
▪ è infine prevista la possibilità che con Decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione
possano essere definiti ulteriori indirizzi operativi con riferimento all’organizzazione del lavoro e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro con l’Istituzione presso il Dipartimento della
Funzione Pubblica di un Osservatorio nazionale per il lavoro agile.
Senza dubbio si tratta di un intervento importante che mira a dare continuità all’esperienza di questi
mesi, seppure con le necessarie modifiche derivanti dall’esigenza del riavvio di molte attività,
portando a regime una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che può essere un
importante fattore di innovazione e di modernizzazione delle nostre Amministrazioni.
Riteniamo però che nell’emendamento approvato permangano alcune criticità che a nostro
parere debbono essere necessariamente superate.
La prima è quella che prevede, su molti aspetti relativi alla definizione dei Piani Operativi che
intervengono direttamente sul rapporto di lavoro, come ad esempio la formazione o il sistema di
misurazione e rilevazione del lavoro agile, un ruolo residuale e marginale del sindacato, relegato
all’istituto del “sentite le Organizzazioni sindacali”.
Non ci siamo.
Quelle sono materie precipuamente contrattuali e debbono far parte, insieme alle altre quali il
diritto alla disconnessione, le modalità di corresponsione del salario aziendale, i buoni pasto, etc.,
di una specifica sessione di contrattazione, anche in sede di rinnovo dei Contratti nazionali di
lavoro scaduti da più di diciotto mesi.
Non sarebbe accettabile, infatti, partire in sede negoziale con paletti previsti unilateralmente per
legge, che impedirebbero il pieno dispiegarsi dell’azione contrattuale.
La seconda criticità è quella dell’eccessiva genericità delle attività che a regime possono essere
svolte con tale modalità.
Le percentuali individuate per legge infatti, pur estremamente importanti, sono però relative alle
attività che le Amministrazioni individueranno e quindi, vista l’esperienza di questi mesi in cui, pur
in presenza di una norma cogente e di un gravissimo rischio epidemiologico, troppi burocrati hanno
negato il lavoro agile, il rischio di uno svuotamento di fatto dell’istituto è molto forte.
Infine diamo notizia anche dell’approvazione di un ulteriore emendamento all’art. 90 del DL, a firma
Noja e Nobili, che prevede per tutta la durata del periodo emergenziale il diritto a permanere in
lavoro agile per tutti quei lavoratori con disabilità o con patologie che li espongono più di altri al
rischio contagio. La norma è inserita nella parte relativa al lavoro agile nel privato, ma è indubbio
che tale norma, in sede interpretativa e applicativa, dovrà indirizzare anche i comportamenti del
datore di lavoro pubblico, non essendo possibile su una materia così rilevante una diversa
regolamentazione.
Nella giornata di oggi il testo andrà in Aula alla Camera e, visti i tempi ristretti della doppia lettura
(deve andare ancora al Senato), è prevedibile che non vi siano spazi per modifiche, che comunque
noi auspichiamo vengano fatte nella direzione da noi indicata, e su cui da subito siamo impegnati.
La Segreteria Generale FLP