LE MISURE PER IL LAVORO PUBBLICO E PRIVATO E PER LA PREVIDENZA
Riportiamo, di seguito, il notiziario CSE n. 2 avente ad oggetto le misure per il lavoro pubblico e privato e per la previdenza contenute nella legge di bilancio 2021.
IL COORDINATORE GENERALE
Angelo Piccoli
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Come è noto il 30 dicembre 2020 il Senato ha approvato in seconda lettura la legge di Bilancio 2021.
Si tratta di un provvedimento sul quale già nei giorni scorsi abbiamo offerto una prima valutazione, segnalandone luci ed ombre.
LAVORO PUBBLICO
In particolare per il lavoro pubblico riteniamo insufficienti le risorse stanziate per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego scaduti ormai da due anni, le assunzioni autorizzate, prive di un disegno coerente di vero rilancio degli organici dopo decenni di blocco, e in definitiva un approccio ancora legato in buona parte alle vecchie logiche delle iniziative episodiche dettate più dall’accettazione di singole richieste che da un piano organico e strutturato di efficientamento delle Pubbliche Amministrazioni.
Per il rinnovo dei contratti vengono stanziati 400 milioni di euro che si aggiungono alle risorse delle leggi di bilancio per il 2019 e per il 2020 portando lo stanziamento complessivo a 3.775 milioni di euro.
Queste risorse però sono comprensive di quelle necessarie a stabilizzare l’elemento perequativo (circa 250 milioni di euro) e per coprire l’indennità di vacanza contrattuale (443 milioni di euro).
Tenuto conto che il finanziamento copre anche il rinnovo dei contratti della dirigenza, è di tutta evidenza che la media degli incrementi retributivi per il personale delle aree è inferiore a quella annunciato dal Governo, ed è stimabile in linea con quella dei contratti 2016-2018 (circa 85 euro medi) e quindi non in grado di recuperare in alcun modo il blocco decennale subito dalle retribuzioni a partire dal 2010 e tantomeno di finanziare il nuovo ordinamento professionale.
Non a caso la CSE nei mesi scorsi ha presentato numerose e specifiche proposte di modifica normativa, che superando i vincoli e i limiti imposti in questi anni alla contrattazione integrativa, potevano permettere, utilizzando risorse già nella disponibilità delle Amministrazioni, il finanziamento di molti istituti quali quelli delle progressioni economiche, del sistema indennitario, della produttività e del nuovo ordinamento.
A tal fine appare assolutamente riduttiva la norma contenuta nel comma 870 che prevede unicamente il recupero delle risorse dello straordinario e dei buoni pasto non corrisposti nel 2020.
Così come, pur valutando positivamente alcune misure approvate per il finanziamento dei Fondi risorse decentrate del personale del Ministero della Difesa, (anche ai fini della rivalutazione dell’Indennità di amministrazione), della Giustizia, dell’Interno e delle Politiche agricole, ritenevamo necessario un intervento di più ampio raggio che riconoscesse nel suo complesso la centralità delle singole Amministrazioni e l’apporto delle lavoratrici e dei lavoratori in una fase così complessa per la tenuta e il rilancio del Paese.
Per il comparto Sanità tenuto conto del ruolo centrale assunto per la tutela della salute, a decorrere dal 2021 viene incrementata del 27 per cento l’indennità di esclusività per i dirigenti medici, veterinari e sanitari del Servizio sanitario nazionale, vengono introdotte l’indennità di specificità per gli infermieri, per gli addetti alle professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, di ostetricia, alla professione di assistente sociale, nonché agli operatori sociosanitari.
Per gli Assistenti sociali vengono previste misure di rafforzamento dei servizi sociali comunali (comma 797) e di assunzioni (commi 801 e 802).
Per la Polizia locale la previsione del superamento dei tetti del DL 78/2010 (commi 993-995) e lo stanziamento di 20 milioni di euro dal 2022 per la riforma della polizia locale.
Norme tutte queste che, come dicevamo, seppure in modo parziale e certamente non esaustivo, sono comunque dovute in larga misura alle iniziative messe in campo in questi mesi dai Coordinamenti nazionali di settore della FLP e dai sindacati della Sanità e delle Autonomie locali aderenti alla Confederazione CSE, che hanno formulato specifiche proposte e rivendicazioni al Governo e a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione.
Con riferimento al lavoro pubblico segnaliamo inoltre (comma 958) l’abrogazione della norma voluta dalla Ministra Bongiorno dei sistemi di verifica biometrica dell’identità e di videosorveglianza degli accessi ai fini del controllo dell’orario di lavoro.
LAVORO PRIVATO
Per il lavoro privato valutiamo positivamente lo stanziamento per i trattamenti di integrazione salariale, la proroga della cassa integrazione (commi 299 e 300), le misure in materia di assunzioni di lavoratori socialmente utili, la proroga del divieto di licenziamento (commi 309-311), il rinnovo dei rinnovo contratti a tempo determinato (comma 279) e il contratto di espansione.
Così come segnaliamo gli sgravi retributivi per incentivare l’occupazione giovanile (commi 10-15), l’esonero parziale dei contributi previdenziali per i contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna (commi 161-167) .
Inoltre viene stabilizzata e portata a regime la detrazione dall’imposta sul reddito da lavoro dipendente delle persone fisiche di 600 euro per i redditi sino a 28.000 euro, con importi riconosciuti in decremento fino al tetto massimo di 40.000 euro (commi 8 e 9).
PREVIDENZA
Sulla previdenza vengono accolte una parte delle richieste che come CSE in questi mesi abbiamo formulato al tavolo sulle Pensioni insediato a fine 2019 presso il Ministero del Lavoro: viene disposta la proroga di Opzione donna (comma 336), dell’APE sociale sino al 2021 (commi 339 e 340), e sino al 2023 della cosiddetta Isopensione – esodo anticipato nei casi di aziende con eccedenza di personale per coloro che potrebbero accedere con in requisiti minimi nei successivi 7 anni – (comma 345).
Viene inoltre riformulata la modalità di calcolo della contribuzione per il personale con contratti di lavoro parziale verticale del settore privato, includendo nel computo dell’anzianità il totale della contribuzione annua al minimo contributivo settimanale (comma 350), superando la penalizzazione rispetto al lavoro pubblico dove viene considerato per intero.
Non è stato invece modificato, come richiesto dalla CSE, il coefficiente di trasformazione del montante contributivo, con il risultato che le pensioni in godimento non solo non vengono rivalutate rispetto all’andamento del costo della vita, ma vengono addirittura diminuite, mentre permane ancora l’inaccettabile discriminazione dell’erogazione del TFS ai dipendenti pubblici che non può essere certamente sanato dal farraginoso e non decollato sistema della Convenzione con gli istituti bancari.
Sul sistema pensionistico nel suo complesso, la sua tenuta e le sue prospettive, per la CSE è necessario agire con una vera riforma, che non si limiti alle proroghe di istituti parziali, ma affronti le questioni nodali a partire dalle modalità di uscita dopo la fine del periodo sperimentale di quota 100, della separazione tra previdenza e assistenza, del riconoscimento delle nuove attività usuranti, della rivalutazione delle pensioni e di quelle future.
Mettendo al centro la previdenza pubblica, senza le fallaci e fuorvianti chimere della previdenza integrativa.
LAVORATORI FRAGILI
Infine per quanto riguarda i lavoratori fragili viene prorogata fino al 28 febbraio 2021 la norma che prevede l’equiparazione dell’assenza dal servizio per patologie da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità, al ricovero ospedaliero e il diritto al lavoro agile anche attraverso lo svolgimento della prestazione lavorativa in mansioni diverse da quelle ricoperte, anche di area diversa o attraverso attività formative da remoto.(commi 481-483).
A differenza degli altri anni in cui la legge di bilancio costituiva lo strumento fondamentale di spesa e di investimento per tutti i settori produttivi, quest’anno, a causa della grave emergenza derivante dalla pandemia, numerosi sono i provvedimenti già emanati e quelli in via di approvazione per sostenere il tessuto economico del Paese e rilanciare consumi e investimenti.
Vanno letti quindi tutti nel loro complesso al fine di verificarne l’adeguatezza.
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Quello che è certo è che la partita decisiva per i prossimi anni la si giocherà con il pieno e coerente utilizzo delle ulteriori risorse rispetto a quelle già autorizzate in deficit di bilancio, derivanti dal recovery plan, su cui purtroppo registriamo già ritardi nell’elaborazione e nella definizione degli strumenti operativi.
Una opportunità che il nostro Paese assolutamente non può perdere e che ci vede già impegnati a incalzare il Governo e tutte le forze politiche nel chiedere misure adeguate, prospettiche, sinergiche e di ampio respiro .
Lo faremo come sempre, mettendo al centro le nostre proposte e le nostre idee, chiedendo un confronto serrato, senza pregiudizi, ma anche senza sconti.
LA SEGRETERIA GENERALE