NOTIZIARIO N. 126

BUONI PASTO SI’, BUONI PASTO NO, BUONI PASTO NON SO    

Si riporta di seguito il notiziario n. 126 del 14/10/2020

 Oggi si è tenuto l’incontro sulla farsa dei buoni pasto, riconosciuti durante il lavoro agile nell’ultima direttiva sull’argomento ma poi ritrattati nelle famose, ormai, note di chiarimento. Per essere più precisi i buoni pasto verranno erogati per coloro che hanno lavorato da casa solo fino al 14 settembre.

La spiegazione da parte dell’amministrazione per questo comportamento davvero poco corretto è stata che, la Ragioneria dello Stato, con una nota di risposta ad un parere richiesto dall’INAIL, ritiene subordinata la concessione del buono pasto al controllo reale, da parte del datore di lavoro, sull’effettivo svolgimento della prestazione lavorativa in regime di lavoro agile.

La proposta dell’Amministrazione è di siglare un accordo per risolvere tale problematica in un prossimo incontro.

La cosa ci farebbe sorridere se non fosse che per noi ora si sta veramente superando la misura! Ci fa pensare un pò alla trovata del Governo di limitare le cene in famiglia a sei persone. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda!!!

Vi esterniamo le nostre riflessioni punto per punto.

La prima cosa che ci viene spontaneo chiederci è: cosa è cambiato tra il 14 e il 15 settembre? Se fino al 14 era sufficiente un’autocertificazione perché del 15 non vale più? Lo stato emergenziale è ancora in vigore, controllo da remoto non avevamo prima e non lo abbiamo dopo.

Il controllo “reale” in cosa consiste? Si pensa che il famoso controllo da remoto sia l’unica soluzione, tra l’altro molto opinabile in quanto non sempre “essere connesso” equivale a “sto lavorando” basti pensare che molte attività nei nostri uffici vengono ancora svolte manualmente in modalità cartacea quindi senza nessun utilizzo del pc o della connessione.

L’amministrazione ha anche sollevato il problema della responsabilità erariale nei confronti della Corte dei Conti qualora venga ravvisato un riconoscimento del buono pasto in violazione alla normativa vigente ma questa perplessità viene sollevata per poche migliaia di euro, peraltro già in bilancio perché se non ci fosse stata l’emergenza COVID questi buoni  pasto sarebbero stati pagati al personale, mentre tale scrupolo non si è nemmeno balenato per lo sperpero di danaro da utilizzare per il concorso per le posizioni organizzative (del quale abbiamo molto  da dire ma lo faremo con un altro notiziario), dei 16 milioni di euro da utilizzare per l’informatizzazione dell’INL; del costo dei nuovi DC e dei nuovi direttori dell’amministrazione centrale propinati, con una tempistica davvero inopportuna durante la totale chiusura degli uffici per la pandemia.

La FLP ha ricordato che il lavoro agile che si è svolto e si sta svolgendo è stato imposto dal Governo per tamponare la diffusione del virus; che si confondono due istituti quello del telelavoro, dove esiste una postazione fissa presso l’abitazione del lavoratore disposta dall’amministrazione e quello del lavoro agile caratterizzato invece dall’assenza di vincoli di orario o spaziali organizzata per fasi e obiettivi mediante accordo tra datore di lavoro e lavoratore. Per cui la scusa del controllo da remoto appare davvero ridicola. I limiti dell’informatizzazione dell’INL non si possono far ricadere sui lavoratori che hanno fatto di tutto (nonostante sia molto complicato e poco agevole lavorare senza mezzi adeguati, collegamenti non funzionanti) per continuare a rispettare impegni, scadenze, mandare avanti gli uffici.

Se ci vogliamo nascondere dietro un dito facciamolo ma in realtà il paradosso che solleviamo è che stando in ufficio, per nove ore o oltre 6 ore con la pausa, si ha diritto al buono pasto anche se in quella giornata non abbia concluso nulla, mentre se sono a casa, siccome non ho un programma che mi controlli da remoto, nonostante io abbia lavorato tutte le pratiche possibili ed effettuato le ore canoniche per aver diritto al buono pasto lo stesso non mi viene erogato. Sappiamo tutti che si può benissimo misurare il lavoro ed il tempo impiegato attraverso la valutazione delle attività svolta e delle pratiche espletate.

Bisogna cambiare passo e non solo per i buoni pasto.

La FLP ha ribadito che se non verranno erogati i buoni pasto ci saranno le revoche delle richieste di lavoro agile da parte dei lavoratori, revoche che non potranno essere negate in quanto sono cambiate i presupposti quindi ogni accordo risulterà nullo. Ci viene da chiedere ora come faranno poi gli uffici e mantenere i livelli di contenimento di presenza previsti anche dall’ultimo decreto.

Nel corso dell’incontro sono state fornite anche altre informazioni:

Le posizioni organizzative per l’amministrazione centrale verranno messe a concorso per la metà dell’anno 2021.

I ritardi per le progressioni economiche sono dovuti alle criticità emerse nella piattaforma informatica ma anche qui qualche dubbio ci assale (come mai quella della posizioni organizzative è andata così spedita? Perché non si è privilegiata quella delle progressioni orizzontali? E’ forse un problema di arretrati da pagare?)

Le scrivanie virtuali, da noi suggerite anche per tamponare i disagi della mancata fruibilità di programmi da remoto, non verranno utilizzate: si sta cercando di rendere disponibili da remoto tutti gli applicativi ma i tempi sono ancora lunghi.

Su nostra richiesta è stato precisato che il FRD 2020 non ancora viene contrattato perché si sta attendendo il decreto di assegnazione delle Risorse, quindi anche quest’anno ci troveremo  a contrattare il FRD ad anno finito; nel frattempo, però, i piani di lavoro vengono assegnati (a metà ottobre) per il 2020. A tal proposito si precisa che quei piani di lavoro che vengono consegnati in questi giorni non fanno nessun cenno della situazione che l’INL ha vissuto in questo anno, dei disagi del personale costretto a lavorare da casa in “modalità di fortuna”, del grande esodo del personale a causa dei pensionamenti e di quota 100, dei lavoratori fragili costretti a casa , del restante personale che sta costringendo  che sta cercando di sopperire le forti carenze svolgendo numerose mansioni, del nuovo tessuto sociale ed economico, di come si è modificata la nostra operatività e la nostra funzione sociale. Nulla di tutto ciò appare né nei piani di lavoro, né in quelli individuali. Tutto come l’anno scorso come se il COVID non fosse mai esistito.

Tutto ciò ci sgomenta e ci convince sempre di più che questo INL non abbia futuro!

Attendiamo quale invenzione si metterà in campo al prossimo incontro per controllare il personale durante lo svolgimento del lavoro agile.

                                                                    IL COORDINATORE GENERALE

                                                                               Angelo Piccoli